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Implementare con Precisione il Sistema di Analisi delle Emissioni di CO₂ per Piccole Imprese Artigiane in Italia: Una Guida Esperta Passo dopo Passo

Introduzione: Il contesto normativo e la sfida della misurazione tra piccola scala artigiana

La misurazione delle emissioni di gas serra a livello aziendale in Italia è obbligata da un quadro normativo rigoroso, ma le piccole imprese artigiane – caratterizzate da processi produttivi frammentati, energie miste e volumi ridotti – affrontano una sfida unica: applicare un sistema di reporting preciso senza strumenti industriali o budget dedicati. Il D.Lgs. 33/2015, in attuazione del Regolamento UE 2018/2060, impone la quantificazione delle emissioni Scope 1, 2 e 3, con particolare attenzione ai processi diretti come combustione di biomassa e gas fossili, e indiretti come consumo energetico elettrico e termico. Tuttavia, molti artigiani operano in contesti locali dove la mix energetica e i flussi produttivi sono complessi ma difficilmente documentati, richiedendo metodologie ad hoc, non solo tecniche standardizzate.

Metodologia IPCC applicata: quantificazione granulare delle emissioni Scope 1, 2 e 3


L’applicazione del Metodo IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) per le piccole imprese artigiane richiede un’adattamento metodologico rigoroso, in grado di catturare la specificità operativa senza rinunciare alla tracciabilità. A differenza delle grandi aziende con sistemi automatizzati, qui prevale la necessità di una raccolta dati manuale o semi-digitale, integrata con fattori di emissione aggiornati al 2024 forniti dal Ministero dell’Ambiente e dall’Energia (MASE).


Fasi operative dettagliate:

  1. Identificazione fonti dirette (Scope 1): combustione di biomassa (forni a legna), uso di gasolio per riscaldamento, emissioni da veicoli aziendali. Si applicano coefficienti specifici per potenza termica e durata funzionamento.
  2. Emissioni indirette Scope 2: calcolo basato sul consumo energetico elettrico e termico, con moltiplicatori territoriali riveduti annualmente (es. mix produzione elettrica regionale in Toscana o Emilia-Romagna).
  3. Catena produttiva (Scope 3): acquisti di materie prime, trasporti intermedi, forniture energetiche esterne, richiede raccolta dati da fornitori e applicazione di coefficienti di emissione medio-industriale adattati al territorio.

Un esempio concreto: una falegnameria che utilizza forni a legna per essiccare il legno emette CO₂ non solo dalla combustione diretta, ma anche dall’estrazione e trasporto del combustibile, che devono essere inclusi per evitare sottostime critiche. La granularità dei dati – ore di funzionamento, tipo di carburante, superficie lavorata – diventa il pilastro della precisione.


Fonte Emissioni Fattore IPCC (kg CO₂e/kWh) Note
Combustione biomassa (forni) 0,35 – 0,50 Dipende da umidità del legno, efficienza del forno, frequenza uso
Elettricità di rete 0,25 – 0,45 Varia per mix energetico regionale (es. emissioni più basse in Veneto per idroelettrico)
Trasporti intermedi 0,15 – 0,40 Km, tipo veicolo, carico medio – dati da fatturato aziendale o encaghi di consegna

Fasi operative per l’implementazione: dalla mappatura alla reportistica


Fase 1 – Mappatura dettagliata delle attività produttive:
Le piccole imprese artigiane spesso non dispongono di un registro energetico strutturato. Si parte con una analisi operativa per linee di lavoro, assegnando un responsabile per ogni processo chiave (es. essiccazione, taglio, finitura) e stimando consumi e emissioni su base mensile. Esempio: una bottega di ceramica identifica tre fasi con picchi di energia nei forni a legna (120 ore/mese) e nelle pompe idrauliche (40 ore/mese).

Fase 2 – Raccolta dati energetici:
Integrare bollette, registri di consumo, e stime manuali per attività non monitorate in tempo reale. Utilizzare fogli Excel con formule dinamiche per calcolare emissioni Scope 2 con moltiplicatori temporali:
Emissioni mese = Σ (consumo kWh × fattore temporale mensile)

  1. Consumo elettrico: 12.500 kWh/mese
  2. Fattore temporale: 0,38 kg CO₂e/kWh (Emilia-Romagna)
  3. Emissioni Scope 2 = 12.500 × 0,38 = 4.750 kg CO₂e/mese

Per i trasporti, raccogliere dati da registri di viaggio o applicazioni di logistica, applicando fattori per km e tipo veicolo (es. furgone diesel vs elettrico).

Calcolo dettagliato delle emissioni: metodologia IPCC per settori artigiani


Il calcolo richiede l’applicazione precisa dei moltiplicatori IPCC aggiornati al 2024, con particolare attenzione ai settori produttivi locali. Per esempio, una falegnameria che utilizza legno proveniente da foreste gestite in Toscana applica il coefficiente per biomassa locale, mentre un’azienda toscana con rete di distribuzione regionale considera un fattore medio-mix energetico aggiornato.

Esempio di calcolo per essiccazione del legno:
– Potenza forno: 8 kW
– Ore funzionamento: 120/anno = 120/7300 ≈ 0,0164 anni
– Consumo energetico: 8 kW × 0,0164 = 0,131 kWh/giorno
– Fattore IPCC per biomassa legnosa (decarbonizzata ma con emissioni residue): 0,42 kg CO₂e/kWh
– Emissioni totali annuali: 0,131 × 365 × 0,42 ≈ 20,2 kg CO₂e

Questo approccio, ripetibile per ogni processo, garantisce un reporting conforme e verificabile, fondamentale per la rendicontazione annuale.

Errori comuni da evitare e soluzioni pratiche


  1. Errore: sottovalutare emissioni Scope 3 da acquisti di materie prime. Soluzione: richiedere certificati di origine energetica ai fornitori e applicare fattori di emissione medio-industriale aggiornati per il tipo di materiale (es. legno certificato vs non certificato, plastica vergine vs riciclata).
  2. Errore: uso di dati storici incompleti o non verificati. Soluzione: ricostruire con benchmark settoriali e modelli di stima calibrata, integrando dati di produzione mensili e confronti con imprese analoghe.
  3. Errore: ignorare la variabilità stagionale nei consumi energetici. Soluzione: applicare un fattore di correzione mensile basato su dati climatici locali (es. maggiore uso di riscaldamento in inverno, minore illuminazione in estate).
  4. Errore: non validare la coerenza tra bollette e risultati calcolati. Soluzione: effettuare un audit interno semestrale con audit incrociato tra dati contabili ed energetici, usando software di controllo come EcoAct o CO₂.it (vedi Tier 2 Tier 2: sistemi nazionali integrati).
  5. Errore: confusione tra emissioni dirette e indirette. Soluzione: tracciare separatamente per linea di attività e utilizzare report dedicati: Scope 1 per processi interni, Scope 2 per consumo energetico, Scope 3 per filiera (fornitori

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